Spesso bar e circoli sportivi ospitano avventori, in grado di trasformare un luogo di socializazione e divertimento in un luogo di pura maleducazione. Quante volte ho sentito giovani e meno giocare a carte, seduti al tavolino. Alle spalle, una schiera di osservatori e commentatori, che assistono alla finale del torneo di briscola o di scopone scientifico.
Un’innocua partita di briscola si trasforma inuna pioggia di insulti, imprecazioni, bestemmie, che condiscono ogni frase, dichiarazione, punto dell’avversario.
Bene, in un bar vicino casa, la settimana scorsa ho assistito ad un miracolo. Era in corso la solita partita di briscola, imprecazioni e bestemmie. Erano le tre del pomeriggio e per fortuna non c’erano avventori nel bar.
Ad un tratto, la porta si apre ed entra una giovane donna, vestita con eleganza: il trucco e il ciondolo di pietre blu mettevano in risalto i suoi occhi azzurri, due zaffiri incastonati in un viso celestiale. Con un passo leggerissimo si avvicina al al bancone ed ordina un caffè.
Be’, non ci crederete: il girone infernale dei giocatori si è trasformato in una comitiva di gentiluomini: c’era chi salutava gentilmente la divina apparizione, chi cedeva il passo, chi porgeva lo zucchero – “Canna o normale?” – e chi stendeva il portatovaglioli. Il dialetto si era trasformato in un perfetto italiano. Era come se Beatrice fosse discesa dal Paradiso in mezzo all’Inferno!
Allora ho capito una cosa importante: la bestemmia è solo un lurido abito che l’uomo per ignoranza accetta d’indossare; è bastata la visione della bellezza ad ingentilire anche il più rozzo dei cuori.
Ricordiamoci allora della bellezza che ci circonda e che ci è stata donata da Colui il cui nome pronunciamo invano. Anche lo sport è bellezza e non merita di essere insozzato con un linguaggio vilipendioso ed immorale, che va contro la nostra dignità.
Un ringraziamento particolare a quella Beatrice, che grazie ad un caffè mi ha fatto capire molte cose. S. B.