In un paese che invecchia rapidamente, i giovani sono sempre meno numerosi e sempre più abbandonati a loro stessi.
Gli adolescenti stanno diventando una parte trascurabile della popolazione, specialmente in quelle zone in cui si registra decremento demografico. Famiglie monoreddito, genitori troppo assenti per impegni lavorativi, incapacità di confrontarsi con la cultura giovanile, sono le cause più frequenti dell’abbandono.
Gli adolescenti, come risucchiati da un vuoto, si rifugiano in un universo parallelo fatto di alcol, stupefacenti, social network. Il consumo di sostanze alcoliche e di marjuana è in aumento fra i giovanissimi, che non riescono a dare senso alla propria esistenza. Lo stordimento fisico e il rifugio nella realtà virtuale diventano “strategie” per lenire la sofferenza e l’incapacità di trovare una ragione di vita.
Oltre alle implicazioni sociologiche, occorre concentrarsi sui danni fisici: alcol e stupefancenti a lungo andare danneggiano il cervello e gli organi interni. Le ricadute sul comportamento, sulle capacità intellettive e sui riflessi sono assolutamente nefaste. Stiamo assistendo alla crescita di una generazione di zoombies, che dovrebbero essere in realtà il nostro futuro, coloro ai quali consegneremo la nostra eredità.
Nonostante il dramma silenzioso che si consuma fra l’indifferenza generalizzata, c’è ancora speranza: possiamo ancora riprendere le redini. Insegniamo ai nostri figli a bere responsabilmente, a tenersi alla larga dalle droghe, ad avere relazioni vere con le persone. Insegniamo loro la pienezza della vita; solo così, potremo contrastare il vuoto che li divora. S. B.